Emiliano Vernizzi, saxophones
Alessandro Sgobbio, piano

[ENG]

Blossoms will run away,
cakes reign but a Day,
but Memory like Melody
is pink Eternally.
Emily Dickinson

Two discs, twins, that inflect the perception of light in different ways. In Shadows, lights assume pastel colors, melancholic atmosphere, and have crepuscular shades (Slow snow – Lento nevicare).

A romantic approach to music can be more dangerous than a triggered bomb: one must handle with care. Sgobbio and Vernizzi are bold, young, and ambitious. They accept the risk of working with thematic material such as that proposed in Aqva. At stake is a sound artistic achievement, which can explode in their hands turning into dated new age, or worse poor taste, or (horror!) cheap sentimentalism. This does not happen though, maybe because fortune favors the bold, young, and ambitious, while their melody turns to pink (as anticipated by poet Emily Dickinson.)

In some of the songs, the duo piano-soprano saxophone shows the highlight of improvised music: it reminds me of the rehearsals of Mal Waldron with Steve Lacy (without wanting to force a comparison). Sgobbio and Vernizzi do not compromise with blatant references, and they look for an original direction. What these two composers and musicians are offering is true music, not an imitation. Heart, and intelligence too. In Tears Valley, a slight chase between the two instruments is suddenly swept away by a long digression where echoes of Cecil Taylor shake a passage that only in the finale turns clear. In contrast, Red Sand Town begins violently and then plunges into a gloomy silence of the piano, while the flame still burns under the ashes.

A central aspect of this work lies in the particular listening to each other of the two musicians. They are fearless of facing silence, pianissimo, balance. The songs are never too long, perhaps because of their need to maintain an inspired dialogue between the light shadows created by their compositions.

Franco Bergoglio

[ITA]

Sfioriscono le gemme,
duran le torte un giorno.
Soltanto la memoria, come la melodia,
e’ rosa eternamente
Emily Dickinson

Due dischi gemelli che declinano la percezione della luminosità in maniera diversa. Luci che in questo Shadows assumono colorazioni pastello, atmosfere malinconiche e tinte crepuscolari (Lento nevicare).

L’approccio romantico alla musica può risultare più pericoloso di un ordigno innescato: bisogna maneggiarlo con cura. Sgobbio e Vernizzi sono giovani, ambiziosi e spavaldi. Accettano di correre il rischio che un materiale tematico come quello proposto in Aqva produca un valido risultato artistico o al contrario esploda tra le loro mani trasformandosi in new age datata, peggio ancora in cattivo gusto, oppure -orrore!- in sentimentalismo da pochi centesimi. Non succede, forse perché la fortuna aiuta i giovani, ambiziosi e spavaldi; mentre la melodia si trasforma in rosa come già auspicava la poetessa Emily Dickinson.

Il duo pianoforte-sax soprano, di scena in parte dei brani, evoca momenti alti per la musica improvvisata: penso (senza voler forzare un paragone) alle prove di Mal Waldron con Steve Lacy. Sgobbio e Vernizzi non si compromettono con riferimenti plateali, cercano una via originale. Quello che i due compositori e musicisti propongono è musica: non un suo simulacro. Cuore, ma anche intelligenza: in Tears Valley un lieve rincorrersi tra i due strumenti è bruscamente spazzato via da una lunga digressione dove echi di Cecil Taylor scuotono un brano che il destino sembrava portare verso lidi tranquilli e che solo sul finale vira al sereno. All’opposto Red Sand Town parte violenta per poi precipitare in un cupo silenzio pianistico, mentre sotto la cenere brucia un tizzone non sopito.

Un aspetto centrale di questo lavoro risiede nel particolare ascoltarsi che i due musicisti operano, privo della paura di affrontare il silenzio, il pianissimo, il misurato. I brani non sono mai lunghi, forse per questo bisogno di mantenere il dialogo ispirato tra le fragili ombre create dalle loro composizioni.

Franco Bergoglio